Margherita Vicario pubblica Pincio e svela il suo lato più intimo, non rinunciando tuttavia ad un’atmosfera elettronica. La dedica personale a sua cugina diventa un elogio alle donne e ai medici, in questo periodo in cui siamo tutti chiamati alla responsabilità.

Margherita Vicario ha pubblicato il nuovo singolo Pincio (disponibile qui), svestendosi della provocazione che fin qui l’aveva caratterizzata nel suo percorso discografico. Dopo l’irriverenza di Giubbottino, l’artista dà consistenza alla sua vena più cantautorale e crea, insieme al produttore DADE (Davide Pavanello), un brano puro. Pincio mostra il suo lato più intimo nel rapporto con una figura femminile a lei molto cara, sua cugina che di mestiere fa l’ostetrica: una dedica, quindi, personale ma anche un attestato di stima per essere continua fonte di ispirazione.
“Ad Alice, la mia metà migliore”
L’arrangiamento dipinge uno sfondo etereo, da ninna nanna 2.0, che non perde la sua caratterizzazione elettronica eppure ricrea delle istantanee vivide di momenti condivisi insieme. Margherita approfitta di questa dedica per continuare il suo elogio alle donne, ancora purtroppo screditate e bistrattate come fatto propriamente culturale. Colpisce, in questo senso, l’immagine della strega che torna nel brano: appellativo riferito alle curatrici, che nonostante le guarigioni venivano malviste e uccise.
Il groove ballabile di Pincio è il motivo alla base della realizzazione del videoclip, cinematografico e vero (per la regia di Francesco Coppola): attraverso lo sguardo da un terrazzo, il racconto della vita quotidiana di uomini e donne che hanno dovuto adattarsi ad una nuova normalità, un ritratto dell’intimità della casa in un momento in cui noi tutti siamo chiamati a fare la nostra parte, stando a casa. Le luci e i colori della fotografia, poi, sono davvero un’iniezione di fiducia e speranza.
Resta tuttavia un po’ di rammarico per un anno, il 2020, che per Margherita Vicario doveva essere totalmente votato alla musica live e alla realizzazione del nuovo progetto discografico.
Il testo completo di Pincio:
Tuo figlio avrà gli occhi neri
non so se andrà bene a scuola
Se ha preso da sua madre
allora la vedo dura
Ma tu senza nessuna paura
saprai dargli col seno l’amore
e senza mai fare la dura
che ormai lui già ti ama
E non sai quanto ti voglio bene
ci vedo da vecchie a bere
Col tuo sguardo di sguincio sul terrazzo del Pincio
che mi offri un abbraccio mentre io do di matto
Severa come una strega
che fa congetture e prega
per la sua piantina che è rimasta nel vaso
ma dà mille frutti con cui farci un gelato
che sono trent’anni che lo mangio
anche quando è più aspro
E poi trecento scalini in salita di corsa per salvare
un povero gatto cisposo, malato buttato in un angolo ed io
già stanca, sfinita, senza più coraggio mi prendevo il tuo
lo faccio da sempre e per sempre lo farò perché
tu non sai quanto ti voglio bene
Ci vedo da vecchie a bere
Col tuo sguardo di sguincio sul terrazzo del Pincio
che mi offri un abbraccio mentre io do di matto
Severa come una strega
che fa congetture e prega
per la sua piantina che è rimasta nel vaso
ma dà mille frutti con cui farci un gelato
che sono trent’anni che lo mangio
anche quando è più aspro
mi basta un abbraccio

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