Annalisa presenta Bye Bye a due anni da Se avessi un cuore, disco che ha arrestato la sua scia di successi, decidendo di puntare tutto su Michele Canova e sul suo marchio elettronico.
Sebbene per Bye Bye le carte in regola ci fossero, complici anche gli ottimi dischi di Giorgia che collabora con lo stesso produttore, per la Annalisa il risultato è un po’ diverso. Invece di seguire le orme della cantante romana e abbracciare un’idea di pop legato alla contemporaneità (ciò che aveva in parte fatto con Se avessi un cuore), decide di tagliare i ponti con il passato e tuffarsi nella moda del momento. Il risultato che viene fuori è quello di un disco abbastanza trap, ballabile e moderno, che però sembra avere poco in comune con la voce e le possibilità di Annalisa: testi semplici e immediati, suoni contemporanei ma in molti episodi piatti, pochi guizzi vocali. È un disco facile, votato alle radio e ad un pubblico giovane.
Ciò che emerge, con decisione, è la mancanza di identità musicale della cantante… se la voce è riconoscibile, come anche il suo modo di usarla, non si può dire lo stesso dello stile musicale. Sempre alla ricerca di se stessa nel suono, ogni album risulta diverso dal precedente in una maniera forse un po’ eccessiva, se si vuole invece ricercare la continuità.
“Lasciare tutto e partire, quale consiglio seguire…
Do retta a me, ascolto te, chi sa come va a finire“
Per spiegare meglio il concetto, mi affido a queste parole che lei stessa ha usato nel suo brano Bye Bye: in questa canzone, Annalisa sembra parlare del suo percorso musicale, un percorso alla ricerca del suo posto attraverso consigli e idee personali. “Quale consiglio seguire? Chi sa come va a finire… è tutta la vita che prendo gli appunti a matita, poi li cancello, poi mi reinvento e ancora non è finita”. Sembra un po’ questo, non si ha ancora l’idea di un progetto a lungo termine per lei, nonostante se ne senta la forte necessità:
“Quello che conta è il viaggio,
ma quello che conta di più è sapere dove vai”.
Non fraintendetemi, non sto dicendo che Bye Bye è un brutto disco, anzi, dico che da Annalisa ci si aspettano canzoni intense e forti sul genere de Il mondo prima di te, ballata che le ha regalato il terzo posto all’ultimo Festival di Sanremo: la voce in quest’episodio si dipana su un tessuto di bassi nella strofa e trova la risoluzione nell’inciso, per cantare un testo che racconta un amore che va accudito e nutrito, della sua capacità di cambiarti a tal punto da portarti a chiederti “com’era il mondo prima di te?”. Da qui, la metafora si amplia e arriva ad abbracciare, in senso esteso, la vita: in molte interviste, la cantante ha confessato che questa canzone rappresenta per lei una rinascita, insieme alla voglia di cambiamento, affrontato con positività ed energia facendo tesoro delle esperienze passate, tuttavia andando in un’altra direzione. Questo è il senso dell’intero disco. Nonostante la presenza abbastanza costante della trap, genere che non amo particolarmente, Annalisa riesce a raccontare con chiarezza e determinazione questa nuova fase della sua vita, in cui si sente più matura e più donna.

Il cambiamento è la chiave interpretativa dell’album, fil rouge che lega numerose tracce (le più vere e interessanti): Bye Bye e Il mondo prima di te, ma anche Specchio (tra le tracce che preferisco, una sorta di lato B del successo sanremese, in cui la cantante descrive il suo cambiamento attraverso gli occhi dell’altro e la paura del suo riflesso, perché “i tuoi occhi sono uno specchio” – l’altro qui rappresenta la ricchezza dei dettagli, poiché attraverso i suoi occhi Annalisa scopre punti di vista diversi dal suo – e Dov’è che si va (“sceglierò l’ipotesi migliore”, ma c’è anche consapevolezza e autodeterminazione, come in Bye Bye, “scopriamoci meravigliosi, umanamente persi, non sai com’è normale sentirsi diversi, tormentati ma meravigliosi“).
Menzione a parte merita la ballata più delicata e significativa del disco, Superare (clicca qui, per il video del live presso gli studi di Radio Italia). In questo brano, che è il manifesto del disco insieme alla title track, Annalisa racconta la capacità di farsi forza per superare tutte le difficoltà della vita e di lottare per ottenere quello a cui si aspira, senza stare ad aspettare che avvenga da solo: “non restare nell’ombra per un po’ d’amore ovunque si nasconda; pensa a quante volte ce ne stiamo fermi in strada ad aspettare che arrivi qualcosa, che ci salvi mentre noi sogniamo il mare… è per questo che riusciamo ogni volta a superare tutto“.
La consapevolezza a cui si approda è quella di andare bene per come si è (“ho girato il mondo per capire che quello che cercavo è già dentro di me“), senza sforzarsi o desiderare di essere diversi per compiacere le aspettative di quelli che ci sono vicini… “se vuoi, dammi la mano e vieni con me, se no bye bye!”
Ciao Ric! Articolo minuzioso come al solito. Mi piace perché, usando le frasi tratte dalle canzoni, riesci a far raccontare il disco dalla stessa Annalisa. Che dire? Non avevo ancora ascoltato tutto l’album e l’ho fatto seguendo le tue indicazioni. Mi ritrovo in ciò che hai sottolineato e anche nelle tue “perplessità”. Credo che Nali sia ancora alla ricerca del suo posto nel mondo musicale, quindi ne ascolteremo ancora delle belle! Insieme, come sempre! ��
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Grazie Anna! 😘 Si in effetti ho delle perplessi, nonostante ci siano dei pezzi validi secondo me (che poi sono quelli che ho menzionato) 😊
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Annalisa è una delle poche voci virtuose uscite da un talent. Mi dispiace che non abbia ancora trovato la giusta strada per valorizzare le sue doti.Complimenti per l'articolo.Passa a trovarmi sul mio blog, se ti va.Troverai anche una sezione dedicata alla musica, ma nulla di tecnico, come nel tuo caso.. 😉
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ciao! grazie del commento e del “segui”, ricambio 🙂 sono d'accordo con te, come lei poche altre voci al momento. Come ho scritto anche nell'articolo, mi piacerebbe seguisse un po' le orme di Giorgia più che darsi alla trap indipendente sotto Canova
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