Elisa sta portando in giro nei teatri italiani il suo Diari Aperti tour, concerto misurato tra le hit recenti Anche fragile e Se piovesse il tuo nome e i successi del passato Luce e A modo tuo. Vi racconto la tappa del 3 maggio a Bologna, presso il Teatro Europauditorium, un live ricco di riflessioni personali e momenti di forte denuncia sociale.
Elisa ha portato in scena al Teatro Europauditorium di Bologna il suo Diari Aperti tour, serie di spettacoli nei principali teatri in giro per l’Italia a supporto dell’omonimo album Diari Aperti pubblicato a fine ottobre. Quando mi sono trovato ad ascoltare il disco per la prima volta (che ho raccontato qui), la sensazione è stata subito quella di un dialogo intimo e personale: la tipologia di produzione e la scrittura dei testi delineavano una comunicazione diretta, senza filtri. La scelta del tour teatrale arriva proprio da qui, dalla volontà di spogliarsi di tutte le sovrastrutture proprie di uno show e di mettere invece al centro le canzoni e i messaggi veicolati dalla splendida voce della cantautrice, davvero in stato di grazia. La forza del live sta nella sintonia tra Elisa, polistrumentista, e la formazione di musicisti che la accompagnano: chitarra, basso, piano e tastiere, batteria, quartetto d’archi e tre coriste, che hanno portato sul palco gli ultimi successi da Diari Aperti, come il recente singolo Vivere tutte le vite, e i brani più importanti del suo repertorio: da Eppure sentire (un senso di te) a Luce, da Gli ostacoli del cuore a Broken e Labyrinth.
Il silenzio e il buio in sala suggeriscono che il concerto sta per iniziare. Si apre la scena e le prime note di Come fosse adesso riempiono l’atmosfera del teatro, tra percussioni dal sapore tribale e una linea di pianoforte a fare da guida. Una luce tenue e soffusa illumina Elisa che avvolge gli spettatori in un caldo abbraccio, per quella che è la parte più intima ed emozionante del concerto: la sua voce, limpida e cristallina, si muove coinvolta tra i sentimenti di una madre (Promettimi) e le promesse d’amore recenti e del passato, dall’ultimo successo Anche fragile fino ad arrivare a Luce e Dancing, cantata con un palese trasporto che le fa meritare la prima standing ovation della serata. La percezione è di estrema vicinanza, le distanze si annullano, e il racconto assume la forma di una confessione a cuore aperto: seduta a terra a gambe incrociate, quasi si stesse rivolgendo a ciascuno singolarmente, Elisa dipinge con ricchezza di particolari il suo modo di vedere e vivere non solo la musica ma soprattutto se stessa, in Quelli che restano “avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici degli animali”.
Nella seconda parte continua il viaggio tra presente e passato, che si tinge di colori nuovi e inediti grazie agli arrangiamenti realizzati ad hoc capaci di impreziosire brani come Stay, diventata così un gioiellino fatto di percussioni e degli stessi archi che caratterizzano Se piovesse il tuo nome. Tanto rock nelle hit L’anima vola e No hero, che hanno fatto ballare tutti nonostante le poltrone, e anima soul trascinante diventata terreno fertile per l’apertura a temi sociali importanti: Together, arricchita dall’uso della loop station, è una condanna alla situazione mondiale oggi e un invito all’unità e alla fine dei conflitti; A prayer “for freedom for love”, ritmi tribali e suggestioni gospel, si riscopre attualissima e rivive nella voce della giovane ambientalista Greta Thunberg e nelle celebri parole di Orso in piedi “Quando l’ultimo albero sarà stato abbattuto, l’ultimo fiume avvelenato, l’ultimo pesce pescato, l’ultimo animale libero ucciso, vi accorgerete… che non si può mangiare il denaro”.
La citata Quelli che restano, originariamente in coppia con De Gregori, è il manifesto del significato vero e profondo di Diari Aperti e dell’intera produzione dell’artista: realizzare che l’effimero, l’andare dietro alla massa e curarsi delle aspettative altrui, troppo spesso vincolanti, sono cose inutili e prendere invece coscienza che ognuno ha la propria “stella” da seguire, il proprio percorso. Il bello sta nel capire che questo ci accomuna, ma è anche ciò che ci rende “diversi”, particolari, rappresenta la nostra unicità. A volte sembra la via più difficile ma alla lunga ripaga sempre, e, come canta con forza nell’inno di speranza Heaven out of hell, la felicità si trova nei posti più impensati, dove non si vorrebbe essere, e l’amore che dai trova sempre il modo di “tornare a casa”: “Andare a modo vostro è il mio augurio per voi” dice Elisa prima di chiudere il concerto con A modo tuo, perché bisogna darsi la possibilità di conoscersi, anche magari sbagliando, e di scegliere per noi con consapevolezza… il risultato è Tutta un’altra storia.

La prima parte del Diari Aperti tour si concluderà a Trieste il 31 maggio. Partirà poi a luglio il tour estivo, la cui prima data sarà a Colonia (Germania); tutte le info sono disponibili qui. La scaletta del concerto di Bologna al Teatro Europauditorium:
- Come fosse adesso
- Promettimi
- Anche fragile
- Tua per sempre
- Eppure sentire (un senso di te)
- Heaven out of hell
- Luce (tramonti a nord-est)
- Dancing
- Quelli che restano
- Se piovesse il tuo nome
- L’anima vola
- Stay
- Rainbow
- Intro di Mad world
- A prayer
- Vivere tutte le vite
- Medley Broken / Labyrinth (Lotus version) / Cure me
- No hero
- Together
- Tutta un’altra storia
- Gli ostacoli del cuore
- A modo tuo
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