Fulminacci ‘Tante care cose tour’: il racconto del live al Verucchio Festival 2021

Fulminacci sta girando l’Italia con il suo Tante Care Cose tour, che fa dell’autenticità e del contatto col pubblico il suo punto di forza. Il racconto del live in occasione del Verucchio Festival 2021.

Fulminacci live Verucchio Festival 2021
© Francesco De Leo

Ho iniziato ad ascoltare Fulminacci per caso poco dopo la pubblicazione del suo primo album La vita veramente, in seguito vincitore della Targa Tenco 2019 come miglior opera prima, e da allora non ho mai smesso di seguirlo e di esplorare il lavoro a 360° di questo giovane artista. Incontrarlo il 31 luglio 2021 in occasione del Verucchio Festival a due passi da casa è stata un’esperienza da ricordare! Organizzazione impeccabile dell’evento nel rispetto delle distanze, con postazioni a sedere assegnate all’ingresso. Partirei dal luogo in cui si è tenuto il concerto: il Sagrato Chiesa della Collegiata, immersa nel centro storico medievale di Verucchio (paese che merita una tappa se state pensando ad un itinerario nell’entroterra romagnolo) e affacciata direttamente sulle colline del riminese, una location particolarmente d’effetto in estate che una volta raggiunta ti invita a “respirare l’atmosfera” (Meglio di così).

Prima la band e poi Fulminacci (all’anagrafe Filippo Uttinacci) salgono sul palco, si comincia! Il brano d’apertura è Forte la banda, che ho preferito in versione live, giusta nella sua posizione in scaletta ci lascia conoscere la formazione della band che verrà presentata in ordine sparso durante la serata. Sul palco, alla batteria Lorenzo Lupi, al basso Roberto Sanguigni, alla tastiera Riccardo Roia, alla chitarra Claudio Bruno ed in fondo alla platea il fonico Sante di Clemente. Il tour continuerà con una data speciale a settembre, per proseguire nei migliori club da marzo 2022 (qui le info e i biglietti)! Da soli oppure in compagnia, sia che vogliate cantare a squarciagola i vostri brani preferiti o che vogliate semplicemente godervi lo show, la serata è sicuramente un concentrato di good vibes.

Non prendersi troppo sul serio, ma saper suonare davvero!

Credo che in un concerto, se parliamo soprattutto di musica “leggera” (pop, rock, indie…), il mood e la partecipazione del pubblico siano fattori tutt’altro che di poco conto sulla buona riuscita dell’evento, e sta soprattutto agli artisti sul palco dirigere la serata come abili intrattenitori. Fulminacci ha la caratteristica, o il pregio, di non prendersi troppo sul serio, di risultare autentico sui brani in studio come nelle interviste sulle varie piattaforme. Questa sua particolarità credo sia una carta vincente nello stabilire un legame con il suo pubblico e pure con chi ancora non lo conosce. Oggi vi posso confermare che questa autenticità si conserva uguale a se stessa anche sul palco. Già dai primi minuti di intermezzo tra una canzone e l’altra si è creato un simpatico botta e risposta con gli spettatori, complice sicuramente l’intimità della serata considerata la modesta capienza della piazza.

Un concerto live non può dirsi tale senza variazioni sui brani o piccole imperfezioni. In particolare la presenza della chitarra elettrica si è fatta più evidente rispetto ai brani del disco e lo stesso cantautore ha giocato sulle linee vocali dei brani, ma le canzoni hanno conservato la loro struttura guadagnando qualche elemento di novità con un sound più d’impatto e rockeggiante, coadiuvato da un’acustica ottima anche nelle prime file. La “filosofia” dei musicisti sul palco è stata quella di preferire la partecipazione del pubblico ai tecnicismi musicali che in questo contesto sarebbero stati superflui, lasciando spazio al canto libero della platea che non si è mai trovata impreparata sui testi delle canzoni.

Un concerto con tante anime

La scaletta è stata un mix bilanciato tra il disco La vita veramente (acquistalo qui) e il più recente Tante care cose (acquistalo qui) protagonista del tour, non sono state suonate cover. In coda, interessante e intima, la (forse) meno nota al pubblico La fine della guerra (demo). Dell’ultimo album consiglio di sfogliare le singole copertine realizzate per ogni traccia con l’utilizzo di un software di intelligenza artificiale, il risultato è notevole e regala un “volto” interessante e originale ad ogni canzone. Tante care cose peraltro contiene la canzone presentata da Fulminacci a Sanremo 2021 Santa Marinella, 16° classificata nella competizione che si presta in tutto e per tutto al clima da falò estivo all’aria aperta!

Nei due dischi pubblicati sino ad ora è evidente la crescita e la sperimentazione musicale del giovane artista. Volendo citare il grande Elio (degli Elio e le storie tese) gli album valorizzano il suo “percorso artistico” passando dalla sonorità prevalentemente acustica e pop di La vita veramente sino a lasciare più spazio ai sintetizzatori e alle contaminazioni soppesate su generi musicali alternativi di Tante Care Cose. Evoluzione ancora più evidente durante il concerto nell’atmosfera calda e coinvolgente di Miss Mondo Africa o ascoltando i suoni estremamente anni 80′ dei synth in La grande bugia.

Il filo rosso che collega le canzoni di Fulminacci e che oltrepassa il genere musicale è certamente lo stile inconfondibile dei testi, figli come lo stesso autore della generazione Z (che comprende i nati dal 1995 al 2010), storie e racconti in buona parte legati alla sua vita, caratterizzati da immagini attuali e vive che spaziano tra varie tematiche, dalla denuncia sociale all’amore, l’incertezza e l’inadeguatezza di chi si affaccia alla vita adulta, fino alla goliardia, con ironia e sarcasmo si arriva spesso all’esasperazione dei luoghi comuni e dei piccoli gesti di tutti i giorni regalando un punto di vista vicino, reale, quasi una chiacchierata con un amico: “Millenovecento non mi conosci, piccoli frammenti di vita mia-ia-oh” (La grande bugia).

L’ultima parte del concerto segue un crescendo che inizia con Le biciclette, a detta dello stesso Fulminacci “autobiografica al 100%” e tra le sue preferite nel nuovo disco, racconta di una storia d’amore personale del cantante. D’effetto la scelta di suonarla unicamente piano e voce in solitaria sul palco, riproponendo la versione alternativa della canzone così come registrata agli storici Forum Studios di Roma e pubblicata insieme al video su YouTube, riuscendo a catturare l’attenzione e ad emozionare. Non poteva mancare la sanremese Santa Marinella che non è stata risparmiata dall’autoironia del cantautore: durante il coro al termine del brano, si è lanciato in un urlato e tanto disturbante quanto divertente “Hey Jude, Hey Jude, Hey Jude, Hey Jude, Hey Jude”, che ha strappato una risata al pubblico e che lasciava decisamente poco spazio all’immaginazione sulla possibile libera ispirazione della melodia alla pietra miliare del Rock scritta dai Beatles nel 1968.

La scaletta del Tante Care Cose tour

  1. Forte La Banda
  2. Resistenza
  3. Al giusto momento
  4. Meglio di così
  5. Miss Mondo Africa
  6. La vita veramente
  7. Un fatto tuo personale
  8. Una sera
  9. San Giovanni
  10. Davanti a te
  11. Canguro
  12. Le ruote, i motori!
  13. La Grande Bugia
  14. Le biciclette
  15. Santa Marinella
  16. Borghese In Borghese
  17. Giovane da un po’
  18. La soglia dell’attenzione
  19. Tattica
  20. La fine della guerra (demo)
  21. Tommaso

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