Sanremo 2023: pagelle delle canzoni in gara e video ufficiali

Dopo la ripartenza dello scorso anno, per Amadeus il 2023 è il Festival di Sanremo delle conferme. Accanto a lui Gianni Morandi a introdurre un lungo e ricco cast, tra Big di grande rilievo e giovani in cerca dell’effetto Tananai.

Sanremo 2023 pagelle canzoni in gara

Riflettori finalmente puntati sul 73° Festival di Sanremo! Ad aprire le danze e passare il testimone ai nuovi artisti in gara Mahmood e Blanco, vincitori dello scorso anno, con un’esibizione da Brividi (concedetemela, era così succulenta…). Amadeus e Gianni Morandi, in veste di co-conduttore, presentano una delle edizioni più pop “popolari” e omogenee nello stile degli ultimi anni, forte di un cast protagonista del mainstream del nuovo millennio. Dalla prima serata spiccano senza dubbio Marco Mengoni e Ultimo, i favoriti, ma anche la sorpresa Coma_Cose e la verità cantata da Gianluca Grignani. Dalla seconda serata emergono Lazza, Madame, Levante e Colapesce Dimartino, un po’ sottotono Giorgia. Ecco le pagelle e i videoclip ufficiali.

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Le pagelle dei brani in gara

La prima serata

Anna Oxa – Sali (canto dell’anima): aveva promesso la voce e ha confermato le attese, padronanza vocale notevole, un uso del suo strumento con cui ha giocato su vari registri. Un brano sicuramente suggestivo e ricco di sfumature, strofe dall’ambientazione cinematografica che fa da sfondo al racconto di questo viaggio dell’anima, un’epopea di ricerca fuori e dentro di sé. Bella l’alternanza su anima “libera”/”nitida”, per un viaggio che porta alla scoperta di sé in una società satura di falsi miti e ambiguità. (video ufficiale)
gIANMARIA – Mostro: il vincitore di Sanremo Giovani è una delle nuove proposte più convincenti. Il suo cantato è poco “scolastico”, è vero, ma la sicurezza sul palco e l’emozione del suo racconto mi hanno conquistato. Arrangiamento contemporaneo vero valore aggiunto del pezzo, elettronica elegante per un testo personale e graffiante, eppure così aggregativo: l’alienazione e lo scollamento dalla vita reale, dalla quotidianità, dai rapporti umani è il risultato di una società che ci impone il successo ad ogni costo, l’abnegazione al lavoro. Se ci fermiamo un attimo a pensare, cosa ci resta quando a riflettori spenti ci guardiamo dentro? Emozione sincera. 7 (video ufficiale)
Mr.Rain – Supereroi: la bellezza di condividere un percorso insieme, semplicemente esserci per l’altro nella vita che spesso ci pone dinanzi ostacoli. Mattia scrive bene, in queste atmosfere autunnali in cui la pioggia assume fattezze poetiche per simboleggiare la vita che si rinnova. Il coro di bambini è un plus per un brano che è sì una bella conferma, ma non genera l’effetto novità pagando la (forse) eccessiva somiglianza con altri suoi brani già noti. Avrei osato di più. 7 (video ufficiale)
Marco Mengoni – Due vite: due vite si intrecciano in un racconto che sospira di attese e non detti. Un crescendo verboso lascia libera l’emozione che Marco catalizza tutta nel ritornello, dal vivo un po’ sforzato (avrei preferito una scelta stilistica più vicina alla malinconia elegante della musica). In un tempo sospeso, l’invito a vivere senza rimpianti, senza paura. Un brano che sa farsi strada, molto orecchiabile, su un arrangiamento che valorizza le sfumature. Ho apprezzato l’intenzione stile Dalla “Al di là della follia che balla in tutte le cose”. (video ufficiale)
ArieteMare di guai: ballad leggera, nonostante la firma di Calcutta la canzone non è totalmente riuscita, il ritornello non lega bene e smorza la tensione del crescendo nel brano, che dovrebbe sciogliersi nella freschezza del bridge. A inficiare il tutto la voce davvero fuori forma, troppi errori. 4 all’esibizione 6 alla canzone (video ufficiale)
Ultimo – Alba: l’alba di Ultimo ha i colori rarefatti dell’immaginazione. Dipingere una nuova realtà in cui poter ricominciare da capo – come l’alba è il simbolo di un nuovo inizio, così il cantautore immagina di poter vivere libero, oltre i suoi limiti, in un mondo che invita a rispettare le proprie fragilità e quelle dell’altro, a riconoscersi nell’altro “certo distanti, ma più simili”. Il palpito della possibilità (il ritornello incastonato in un crescendo) che cresce nel petto di chi sogna e vive con trasporto la sua passione. Testo davvero poetico, spero in un ritornello meno spinto nel prossimo live. (video ufficiale)
Coma_Cose – L’addio: se nel 2021 arrivavano a Sanremo da outsider, a questo giro hanno i riflettori ben puntati addosso. La loro storia rivive in un testo schietto e onesto, che si muove tra bilanci e aspettative, per una coppia che ha legato a doppio filo musica e amore. Sorprende sempre la loro capacità di raccontare i sentimenti senza retorica, una semplicità che cattura. La voce brillante di California crea un contrasto affascinante con quella di Fausto, che invero ieri sera è stato un po’ impreciso (soprattutto nella prima parte). La messa in scena è il loro plus, li rende sempre magnetici. Da sorpresa a meritata conferma. 8 (video ufficiale)
Elodie – Due: quest’anno vuole giocare da outsider, senza il peso di una ballad complessa da sostenere, è un bel ritorno per lei che può divertirsi. Racconta la passione di un amore tormentato con un brano dal timbro fortemente radiofonico, apprezzo la scelta di mostrare un lato diverso all’Ariston. Vocalmente la sua miglior apparizione in gara, finalmente sicura. (video ufficiale)
Leo Gassmann – Terzo cuore: un amore difficile da dimenticare, tre cuori come le tre fasi per superare una rottura. Ritmo accattivante, la firma di Zanotti (PTN) si sente forte soprattutto nelle chiuse dei versi. Con una vocalità così bella e potente, perché la scelta di non far sentire il timbro nelle strofe, quasi sussurrate? L’effetto è di uno scollamento nella struttura del brano, la leggerezza dei toni dell’inizio si scontra maldestramente con l’esplosione del ritornello, soluzione poco armonica. Peccato, perché il brano è solare e ben scritto, una maggior coerenza nell’interpretazione l’avrebbe valorizzato. Un po’ di imprecisioni dal vivo. (video ufficiale)
I Cugini di Campagna – Lettera 22: una sorpresa, sono riusciti a portare La Rappresentante di Lista nelle loro atmosfere anni Settanta, con grande rispetto. La richiesta d’aiuto di chi non riesce a comunicare, a far ascoltare la propria voce, un brano che invita alla condivisione. Il loro debutto a Sanremo è nel segno dell’eleganza. (video ufficiale)
Gianluca Grignani – Quando ti manca il fiato: sentimento e storia personale in un brano che musicalmente omaggia la grande tradizione della canzone italiana (tra tutti Battisti). Una lettera aperta di un figlio al padre, dopo una vita di silenzi e assenze, rancori, e la voglia di lasciar andare i brutti ricordi per provare a costruire un futuro diverso. L’arrangiamento più ricco, bello, emozionante della serata, il tripudio di archi crea un crescendo che porta l’ascolto alla commozione più pura. Canzone 9 esibizione 7 (video ufficiale)
Olly – Polvere: uno dei brani più radiofonici di questa prima tranche, arrangiamento che unisce la dance riscoperta nell’ultimo anno alle suggestioni dell’orchestra. Senza infamia? Sì, e senza lode. “Potevi fare di più” 5 (video ufficiale)
Colla Zio – Non mi va: piacevole scoperta, insieme a gIANMARIA hanno dimostrato di meritare la promozione nei Big. Brano curioso e contaminato, che unisce suoni funk a intenzioni soul e r’n’b, un collettivo che conquista nonostante le imprecisioni vocali. Un innamorato racconta l’insicurezza in una relazione aperta. Scanzonati e divertenti. 6½ (video ufficiale)
Mara Sattei – Duemilaminuti: a pieno titolo la canzone più “sanremese” del primo blocco. Per raccontare un amore tossico sceglie toni più caldi e scuri rispetto a La dolce vita, che danno maggiore corpo alla sua interpretazione nonostante, in alcuni punti, la voce fatichi a raggiungere le note più basse. Non apprezzo molto la tendenza attuale di utilizzare questo fraseggio serrato, nelle strofe soprattutto, che priva le voci delle timbriche, dei loro colori, della personalità. La mano di Damiano dei Måneskin si sente. Porta se stessa, la miglior prova del suo repertorio solista. 6½ (video ufficiale)

La seconda serata

Will – Stupido: dai giovani mi aspetto qualcosa in più, soprattutto se vengono inseriti in gran numero nella categoria Big. Classica canzone pop sanremese, aggravata dall’autotune che non permette neanche di esprimere un giudizio di merito sul canto. Carino e niente più. 5 (video ufficiale)
Modà – Lasciami: arrivano al Festival a dieci anni dall’ultimo partecipazione da podio con una canzone che ripercorre musicalmente la loro carriera, una conferma di stile che piacerà sicuramente ai fan. Il racconto tra ombre e speranze di un “male oscuro”, la depressione, quando un bacio può aiutare a vedere la luce. Qualche problema con l’audio all’inizio, che non compromette la riuscita dell’esibizione. La melodia sostiene un arrangiamento orchestrale che farà bene al festival. 7- (video ufficiale)
Sethu – Cause perse: finalmente emerge forte l’urgenza di una generazione giovane che vuole farsi ascoltare. Esibizione esplosiva e travolgente, il testo parte dall’esperienza personale per raccontare la sensazione di chi si sente “l’ultimo della fila”, una causa persa, relegato per destino a vivere una vita a metà ma lotta per uscire dalla stasi. Arrangiamento pop punk che riecheggia i Blink 182, buon pezzo. 7 (video ufficiale)
Articolo 31 – Un bel viaggio: ritorno dolceamaro, chi sperava in un ritorno incisivo (come gli esordi) resterà deluso da questo brano, invero continuazione del percorso solista di Ax. Forever young in salsa neomelodica, un po’ boomer come l’uso delle parole inglesi nel testo. Parte più interessante il coro quasi gotico del bridge. 6½ (video ufficiale)
Lazza – Cenere: la canzone ha un tiro pazzesco, ottimo il lavoro di Dardust sull’arrangiamento, il più interessante e innovativo di quest’annata, internazionale (mi viene in mente Naughty Boy). Atmosfere da club, sensuali, Lazza tiene il palco con la padronanza di un veterano per raccontare un amore tormentato. In un oceano di trapper tutti uguali, finalmente un artista con personalità. 8½ (video ufficiale)
Giorgia – Parole dette male: come il testo apre la scatola dei ricordi e ci racconta un amore giovane e puro, così l’artista gioca coi suoni del brano ricreando un effetto nostalgia che ripesca i colori della vittoria di Come saprei, del tutto anni Novanta, qui riletti in una metrica che si apre alle forme della scuola attuale. L’emozione inficia un po’ la comprensione della canzone, forse non all’altezza della grande voce di Giorgia, tuttavia apprezzo la suggestione e il recupero dei suoni r’n’b dell’arrangiamento. Molto godibile la versione incisa, ricca di sfumature. Scelta elegante. 8- (video ufficiale)
Colapesce Dimartino – Splash: meno gigiona del 2021, il sound si colloca negli anni Settanta traghettato nell’attualità del tema (spinoso) del lavoro. Mi fa un po’ storcere il naso la loro ruffianeria, osservano la realtà e scrivono un testo che cavalca le polemiche del momento, un brano dedicato a chi si nasconde dalla vita nel lavoro. Una vita alienati dal peso delle aspettative e sperare in un fragoroso “splash”, l’evasione, prima di implodere in un burnout reso molto bene nello struggimento di archi del bridge. 8+ (video ufficiale)
Shari – Egoista: trasporta la sua cifra soul nell’urban contemporaneo, come una Joss Stone votata alla contemporaneità. Il racconto di una ragazza alla ricerca della propria sessualità, di una persona da amare. Voce molto interessante, qualche incertezza nel live. 6½ (video ufficiale)
Madame – Il bene nel male: una delle esibizioni più d’impatto e convincenti. La canzone punta alle radio con una musicalità forte tanto nell’arrangiamento da club quanto nel testo, ricco di ripetizioni e allocuzioni. Una storia d’amore raccontata, sotto forma di dialogo, dal punto di vista di una prostituta, innamorata di un uomo che però la vede solo come un errore. È una riflessione e un invito ad analizzare le cose da vari punti di vista, a prendere quanto di buono arriva. Magnetica. 8½ (video ufficiale)
Levante – Vivo: il brano parte dal racconto del suo vissuto personale (la depressione post partum) ma si allarga e abbraccia il punto di vista di chi lotta per riappropriarsi del proprio corpo, della propria identità, della propria vita. La cantautrice, unica firma della canzone, canta la sua voglia di liberazione, incarnata nel sogno erotico di una ritrovata femminilità. Brano travolgente, una marcetta che è già un inno, alla vita e a noi perché possiamo scegliere di non negarci tutto il bello che ci viene offerto. Brano più universale di quest’anno. Andiamo a vivere. 8½ (video ufficiale)
Tananai – Tango: tra i favoriti dopo l’ultimo anno di successi, in verità qui con un brano piuttosto scialbo e sanremese (scontato?). Partito come uno dei fenomeni più estrosi e curiosi della nuova scena, lo scorso festival sembra gli abbia tolto freschezza e leggerezza (già Abissale faceva presagire questa virata un po’ stucchevole). Cosa succede dopo il sesso occasionale? Ci si innamora, ma spesso non ricambiati. Apprezzo che abbia preso lezioni di canto, è stato bravo sul palco, misurato ed elegante. Andrà sicuramente bene in radio. 7 (video ufficiale)
Rosa Chemical – Made in Italy: un brano che invita a liberarsi dalle etichette, nella forma di un elenco che punta ad abbracciare tutti. Canta l’amore libero e fluido, la diversità su un arrangiamento che riecheggia il remix di Tu vuò fà l’americano del 2010 (Yolanda Be Cool). Quota Dargen del 2023. 7 (video ufficiale)
LDA – Se poi domani: si è mosso e ha cantato bene sul palco. Ballata classica e supplica d’amore. Canzone abbastanza dimenticabile. 6 (video ufficiale)
Paola & Chiara – Furore: la promessa di far ballare non è stata disattesa, una delle poche proposte divertite e divertenti di questo Sanremo che ci accompagnerà fino a tutta l’estate. L’ultimo ritorno atteso e altra reunion che sa di revival: sembra che il tempo si sia fermato, siamo tornati nel Duemila. Gustare ogni attimo. Il corpo di ballo e la coreografia aiutano a “trendizzare” la canzone. 7- (video ufficiale)

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