Il Festival più atteso dell’anno è iniziato, con non poche sorprese. Finalmente abbiamo potuto ascoltare i brani presentati dai 24 artisti in gara (qui le pagelle). Spazio anche per gli ospiti musicali Andrea Bocelli (e Matteo) e Giorgia.
Il 69° Festival di Sanremo è finalmente iniziato e abbiamo, così, potuto ascoltare le 24 canzoni in gara. A primo impatto, poche sono riuscite a lasciare il segno, complici l’ansia da debutto e i tecnici del suono che hanno fatto fatica a bilanciare tutto. Grande spazio è stato dedicato agli ospiti musicali Andrea Bocelli (con il figlio Matteo), che ha riproposto Il mare calmo della sera, e Giorgia Come saprei, in duetto con Claudio Baglioni. Per entrambi è stata anche l’occasione di presentare i nuovi progetti Sì e Pop Heart. Ora le pagelle dei brani in gara.
Conferme e sorprese
Arisa – Mi sento bene: un brano che segna la rinascita di un’artista che ha finalmente trovato la pace tra la persona e il personaggio. Una dichiarazione decisamente controtendenza rispetto al “disagio” di oggi “mi sento bene”, su una colonna sonora Disney che riporta le atmosfere alla musica retrò degli anni 60. Seppur orecchiabile, risulta un po’ artificiosa per le continue capriole vocali. Ma che voce! Una dei migliori in gara. 7 (video ufficiale)
Irama – La ragazza con il cuore di latta: rap e soul si uniscono su un testo forte che parla di violenza, di un padre e il suo rapporto malato con la figlia e di una ragazza fragile, che fatica a lasciarsi andare. Il brano è un inno alla vita “questo cuore batte per tutti e due”, arricchito da un coro gospel presente sul palco. 8 ½ (video ufficiale)
Daniele Silvestri (e Rancore) – Argentovivo: versione 2.0 de La fine del mondo di Anastasio, specchio della società di oggi in cui i ragazzi “argento vivo” si sentono prigionieri della realtà che li circonda e decidono di isolarsi nel virtuale. Esibizione non al top, ma brano molto forte. 8 ½ (video ufficiale)
Ultimo – I tuoi particolari: il cantautore diventa situazionista e racconta la fine di una storia d’amore ripercorrendo immagini del quotidiano vissuto insieme “Se solamente Dio inventasse delle nuove parole potrei scrivere per te nuove canzoni d’amore e cantartele qui”. Bell’apertura di piano. Vittima dell’ansia del debutto, il brano non viene fuori come dovrebbe, difatti la versione studio è più incisiva. L’idea è comunque quella di un suo standard di repertorio, ma lontano dall’episodio sanremese che gli è valso la vittoria tra i giovani un anno fa. 8- (video ufficiale)
Motta – Dov’è l’Italia: uno dei brani più attuali e politici di quest’anno. Motta avvolge le parole e le regala su una melodia etno-folk che ha tanto da raccontare, a partire dall’inquietudine, resa dalla melodia, per un periodo storico, quello italiano, di forte disorientamento a causa di un modo di fare politica che spesso va contro l’essere umano “dov’è l’Italia amore mio, mi sono perso anch’io!”. 8 ½ (video ufficiale)
Ex-Otago – Solo una canzone: ballata delicata sviluppata su un giro di piano pop e un coro che già si fa cantare. Per loro si prospetta un percorso simile ai Thegiornalisti. Somigliano a un Jovanotti romantico e raccontano la bellezza di avere un complice “È solo una canzone, abbracciami per favore, con te voglio fare tutto, tutto ciò che sento”. 7 (video ufficiale)
Loredana Bertè – Cosa ti aspetti da me: la fragilità di un amore non vissuto diventa forza in una ballata rock firmata da Curreri con cui Loredana si ripresenta al festival. Orecchiabile e radiofonico “Non posso credere che esista un altro amore come te”. 7½ (video ufficiale)
Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood: ballata che racconta l’amore di un nipote che si rifugia nei ricordi e negli insegnamenti del nonno, quando non si sente capito “Per ogni volta che vorrò sentirti chiuderò gli occhi su questa realtà, ma non dormirò…”. 7½ (video ufficiale)
Simone Cristicchi – Abbi cura di me: attenti a Simone, potrebbe fare il colpaccio quest’anno con il testo più bello del festival (ma il Premio Lunezia l’hanno assegnato a Nigiotti). Un crescendo orchestrale veste questa preghiera alla vita emozionante e recitata con convinzione e trasporto (complice l’esperienza maturata a teatro), un invito a guardare la bellezza di ciò che siamo e che ci circonda, a saper ascoltare e stare “al fianco, non al centro”. “Abbracciami se avrò paura di cadere, che siamo in equilibrio sulla parola insieme… Abbi cura di me”. Se ci fosse giustizia, meriterebbe la vittoria. Appassionato. 9 (video ufficiale)
Paola Turci – L’ultimo ostacolo: ballata malinconica ispirata dalla mancanza del padre, racconta l’importanza di avere qualcuno accanto che sia da conforto o supporto nei momenti difficili “siamo fiamme in mezzo al vento, fragili ma sempre in verticale”. Manca la forza di Fatti bella per te, ma i tempi cambiano. 7 (video ufficiale)
Ghemon – Rose viola: è dolce l’anima soul di Ghemon su un bel brano r’n’b che ricorda il classico Ready or not. Una ballata dal punto di vista della donna, che racconta lo spegnersi di una storia d’amore a cui non riesce a dire basta “Rose viola stese sulle lenzuola, come tutte le notti in cui te ne stai da sola”. Avvolgente. 7½ (video ufficiale)
Mahmood – Soldi: altro volto dell’r’n’b a Sanremo, qui con influenze arabe, affronta una tematica sociale piuttosto attuale, quando dietro a quello che si pensa sia un rapporto d’amore sincero si nasconde un interesse economico. “Penso più veloce per capire se domani tu mi fregherai”. Ritmo. 7½ (video ufficiale)
Negrita – I ragazzi stanno bene: un invito a vivere la vita a pieno “ché la vita è una poesia di storie uniche“ e a non accontentarsi e omologarsi. “I ragazzi stanno bene, non ascoltano i consigli e hanno il fuoco nelle vene”. Mantra. 7 (video ufficiale)
The Zen Circus – L’amore è una dittatura: marcetta gotica indie-rock, è un brano politico che racconta di un’umanità in costante stato di paura e angoscia, chiusa, alla ricerca di un’identità “speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti per urlarti in faccia che sei l’unica, sei il solo!”. Convincente. 7 (video ufficiale)
Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte: Anna canta Anna, ma fa un passo avanti. Ispirato al romanzo di Kent Haruf, parla di nuovi inizi. Autobiografico, racconta di due amanti che hanno la fortuna di riscoprirsi dopo anni passati insieme. Canta sempre bene. 6 (video ufficiale)
Shade e Federica Carta – Senza farlo apposta: sulle seconde possibilità, tentano il bis dopo Irraggiungibile a cui chiaramente somiglia. Federica canta benissimo su un brano senza infamia e senza lode, orecchiabile. Si farà notare in radio, è al passo coi tempi. Confezionato bene. 6½ (video ufficiale)
Patty Pravo e Briga – Un po’ come la vita: la canzone è bella, ma portata in scena così da Patty non si riesce ad apprezzare. La versione in studio merita. Tra amore e senso dell’esistenza “Tu dove vuoi volare? Hai tempo per pensare, ma intanto dimmi almeno dove il cielo va a finire”. Performance scollata. 6

Classici di repertorio (meno belli) e rimandati
Francesco Renga – Aspetto che torni: Renga canta Renga ma lo fa meno bene del solito, così la canzone ne risente e il racconto si perde per strada. Ricominciare dall’amore, quello delle piccole cose “E seguirti tra le cose che ogni giorno devi fare come vento per poterti accarezzare”. Manca l’intensità, un po’ manieristico. 6 (video ufficiale)
Nek – Mi farò trovare pronto: all’inizio sembrava la cover di Ordinary love degli U2, poi sono entrati beat incisivi e chitarre “per essere all’altezza dell’amore”. Versione rock di Fatti avanti amore, ma meno incisiva e più ripetitiva nonostante la ritmica serrata. Radiofonica 6½ (video ufficiale)
Il Volo – Musica che resta: l’Amore si muove incontra Grande amore per una romanza che porta la firma anche della Nannini. Sembra meno incisiva delle precedenti. “Siamo il sole in un giorno di pioggia, baciami l’anima” fa molto Baci Perugina, un po’ banalotto il testo. 6½ (video ufficiale)
Nino D’Angelo e Livio Cori – Un’altra luce: tradizione partenopea e atmosfere urban contemporanee si mescolano in questo brano che racconta l’importanza di vedere il bello che ci abbraccia, di fare pace con l’idea di invecchiare perché i segni del tempo parlano tanto di noi. Nostalgica. 6½ (video ufficiale)
Boomdabash – Per un milione: intrappolati nell’ansia da tormentone, sganciano un pezzo radiofonico tutto rime e Echame la culpa. 5 (video ufficiale)
Einar – Parole nuove: se almeno Mahmood è un autore affermato e apprezzato, lo stesso non si può dire per Einar che (a parer mio) non ha i titoli per essere in gara tra i Big. Classico pezzo sanremese, sa di già sentito. 5 (video ufficiale)
Achille Lauro – Rolls Royce: abbandona la trap per un brano che viaggia bene in radio, poggiato su beat e chitarre. Icone pop diventano miti e aspirazioni “voglio una vita così”. Mah, senza impegno. 4½ (video ufficiale)

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