Singing to Strangers di Jack Savoretti: la recensione di un romanticismo da pellicola anni ’70

Jack Savoretti ha pubblicato il suo nuovo album in studio Singing to Strangers, in cui abbraccia la ricchezza di colori degli arrangiamenti orchestrali per dare vita ad atmosfere più classiche e sofisticate. Il cantautore veste l’album del romanticismo da pellicola cinematografica, con omaggi a Fellini e Morricone.

Jack Savoretti Singing to strangers

Jack Savoretti ha pubblicato il 15 marzo il suo sesto album in studio Singing to Strangers (acquistalo qui). A tre anni di distanza dai due dischi “fratelli” Written in scars Sleep no more (qui la recensione), il cantautore britannico di origini italiane abbandona l’irruenza che da sempre lo caratterizza, anche e soprattutto sul palco, per abbracciare la ricchezza di colori degli arrangiamenti orchestrali e dare vita ad atmosfere più classiche e sofisticate. Singing to Strangers è stato registrato negli studi di Roma di Ennio Morricone, al Forum Music Village, per la forte volontà di Savoretti di vestire le nuove canzoni del “romanticismo italiano” da pellicola cinematografica: non è un caso se il video del primo singolo Candlelight (qui l’articolo sul brano) è ispirato a La dolce vita di Federico Fellini e quello di What more can I do? con la nostra Alessandra Mastronardi è un omaggio e un ringraziamento agli studi di Morricone per la registrazione dell’album.

È chiara fin dal primo brano la direzione dell’intero disco: Candlelight comunica subito all’ascoltatore che sarà il protagonista di un film ambientato in un’epoca, l’Italia degli anni Settanta, in cui, al posto delle attuali rabbia e frustrazione, si viveva di romanticismo e benessere. Gli archi, presenti in tutto l’album a dare voce ai sentimenti del cantautore, avvolgono i brani di eleganza e fascino: nel nuovo singolo What more can I do? dipingono un crescendo emotivo capace di rappresentare il momento di smarrimento di un uomo deciso a fare di tutto per la sua donna, nonostante i fallimenti e i periodi di difficoltà che tirano fuori sempre il peggio dalle persone “I still see the light in you”. Anche in Love is on the line, archi struggenti e malinconici creano un grande coinvolgimento per la coppia che cerca di ritrovarsi nella quotidianità, ma spesso l’amore da solo non basta (“the night is never long enough to forget about the lonely nights we’ve cried”) quando ormai non conta più chi ha ragione e chi torto e a sollevare il presente resta solo il ricordo di una felicità che c’era (“è chiaro che stai meglio senza di me” Better off without me).

Al centro di questa sperimentazione non c’è soltanto il pop italiano anni ’70 con le sue melodie e i suoi bassi accattivanti, ma anche la sensualità di Serge Gainsbourg: in Dying for your love la scena si colora del rosso di Twin Peaks mentre Audrey Horne esegue il suo iconico ballo ed invita a danzare con lei; l’atmosfera seducente diventa qui il cortometraggio di una dichiarazione d’amore dal gusto classico, fatto di tòpoi come gli occhi blu in cui perdersi, “non avrei mai pensato di sentirmi così, dicono che succede solo nelle favole, eppure posso giurare che la favola del mio amore è vera”. La versione standard del disco è articolata in due momenti: nel primo, Jack Savoretti interpreta un crooner dolce e sofisticato, che parla di sé attraverso i suoi versi e strizza l’occhio alla Motown; il secondo è, invece, più vicino alle intenzioni dei precedenti album, più forte e scanzonato.

A separarli un interludio: le luci si spengono, un occhio di bue fisso su Jack, la scena è tutta per lui che qui si spoglia dei panni del crooner per mettersi a nudo come persona; Singing to strangers (Interlude), che prende le mosse da un’affermazione della figlia “mio padre gira per il mondo e canta agli sconosciuti”, è la sua lettera a cuore aperto al pubblico “all I can do is try my very best to entertain you” su cosa lo spinge a fare musica e su come questa sia cambiata, in seguito a delle nuove consapevolezze acquisite nella sua vita. Il cantautore si è sempre sentito arrabbiato, perso in una ricerca costante della felicità “lontana chissà dove”, e solo ora ha compreso che questa risiede nelle piccole cose, nei momenti del quotidiano vissuti con trasporto e presenza (ora si gode la spensieratezza e la tranquillità della campagna inglese con la moglie, i due figli e i tre cani). I nuovi traguardi personali di Savoretti sono entrati anche nella fase di composizione dell’album Singing to Strangers che ha un gusto familiare: il cantautore ha voluto fortemente che la sua band, con cui suona dal vivo da più di dieci anni, fosse presente durante tutta la fase di registrazione del disco.

Il viaggio cinematografico continua sulle note di Youth and love, in cui sembra di trovarsi in una sala da ballo d’annata, lato B di Love is on the line poiché, nei periodi in cui è più facile arrendersi, costituisce un invito a tornare ai ricordi di un tempo, di quando si era giovani e innamorati. Piano e voce si intrecciano con una melodia cara a Tom Odell nell’emozionante Things I thought I’d never do. Rock americano da viaggio si fa spazio invece in Going home, traccia finale dell’edizione standard, che mostra dove tutto è partito e la bellezza di tornare a casa. Nella deluxe si trovano anche Simmetry, con i suoi archi tribali, e la soul Beginning of us.

Al secondo blocco della tracklist appartengono due tra le canzoni più forti di Singing to strangers. La prima è senza dubbio Touchy situation, collaborazione con Bob Dylan qui autore del testo, che porta in scena la frustrazione di un uomo che non riesce a vedere cosa si nasconde dietro le difese alzate da una donna che non ha più fiducia. Campanelli, percussioni e archi sincopati creano il ritmo serrato di Greatest mistake che accompagna l’ascoltatore fino alla risoluzione emotiva, un’apertura, alla speranza che l’incapacità di comunicare i sentimenti non rappresenti un ostacolo “God I hope you know how much I love you”: l’amore è anche supporto, guida, essere forti per entrambi quando uno dei due non può. Il nuovo progetto di Jack Savoretti è un album riuscito (visto anche il debutto al primo posto nella classifica UK), d’altri tempi, tanto nella cifra stilistica quanto nelle liriche, in grado di costruire un ponte tra la leggerezza del pop e la classicità dell’orchestra.

Singing to strangers è il sesto album in studio del cantautore britannico di origini italiane Jack Savoretti, prodotto da Cam Blackwood (co-autore del successo di George Ezra). Il disco si arricchisce anche di due tracce live, Music’s too sad without you con Kylie Minogue e Vedrai vedrai/Oblivion registrate al teatro La Fenice di Venezia lo scorso anno. Jack Savoretti sarà in tour anche in Italia, qui tutte le info per le date e i biglietti.

La tracklist di Singing to strangers:

  1. Candlelight 
  2. Love is on the line
  3. Dying for your love
  4. Better off without me
  5. What more can I do? 
  6. Singing to strangers (Interlude)
  7. Youth and love
  8. Touchy situation
  9. Greatest mistake
  10. Things I thought I’d never do
  11. Going home 
  12. Symmetry
  13. Beginning of us
  14. Music’s too sad without you (with Kylie Minogue) (live from Venice)
  15. Vedrai vedrai / Oblivion (live from Venice)

Voto: ★★★★

Jack Savoretti Singing to strangers cover
La cover di Singing to strangers

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