Elisa ‘Ritorno al futuro / Back to the future’: dare valore al fluire del tempo – recensione

Elisa torna con il doppio album Ritorno al futuro / Back to the future dopo il secondo posto a Sanremo 2022 con O forse sei tu. Una pluralità di stili che mostrano il suo grande talento come autrice e compositrice e un viaggio nel futuro, imparando dal passato.

Elisa Ritorno al futuro Back to the future recensione

Elisa è tornata con il doppio album Ritorno al futuro / Back to the future (disponibile qui) anticipato da Seta e da O forse sei tu, singolo presentato al Festival di Sanremo 2022. Un disco che mostra tutte le anime della cantautrice friulana, aperto alla collettività tanto nella forma (vd. le collaborazioni) quanto nei contenuti. Edito il 18 febbraio 2022 per l’etichetta Island Records / Universal Music Italia. Elisa sarà in tour nel 2022 a partire da maggio con tre date evento all’Arena di Verona (qui i biglietti).

È il 2018, Elisa pubblica Diari Aperti e non sa ancora che quel disco diventerà uno dei suoi classici della sua discografia, ancora in classifica a quattro anni dall’uscita. Un successo inatteso, guidato dalla riconoscenza del pubblico nei confronti del suo essersi raccontata in musica senza filtri. Tante collaborazioni riuscite (tra cui Marracash e Mahmood) ma per la sua produzione un blocco. Quale strada prendere? Chi lo sa è la risposta a questa sensazione di spaesamento: perché precludersi delle possibilità, per assecondare le aspettative altrui? “Chi lo sa ognuno di noi quante persone contiene” e Let me, soul stile Then comes the sun, testimonia la sua volontà di sperimentare e non accontentarsi del posto in cui si è arrivati, ma di ridefinire i propri contorni. La creatività trova nuova linfa nella pluralità di punti di vista. Nasce da qui un album corale, collettivo, che si sviluppa da una sola voce, quella di Elisa, per diventare di tutti e cantare le parole di tutti. Se in Ritorno al futuro esplora le crepe della sua interiorità alla ricerca di quella scintilla che muove le sue scelte a livello personale e artistico, è con Back to the future che la cantautrice volge lo sguardo all’esterno e quella stessa scintilla diventa spinta al cambiamento. Due album di fatto, ma in realtà uniti profondamente nello sviluppo dei nuclei tematici.

La parte in italiano, Ritorno al futuro, è quella più estrosa e sperimentale, mentre quella inglese è permeata da un’atmosfera che trae dal soul inglese e americano le sue fattezze. La collaborazione con i producer più in voga e la scrittura su beat hanno dato origine ad alcuni episodi musicalmente interessanti: eterogeneo nei colori e saldo nelle intenzioni, il disco è un viaggio tra i generi musicali, dal classico al soul, dall’r’n’b all’elettropop a tinte dance. Quest’ultimo è stato l’inizio del nuovo corso, con Seta a dare il La alla creatività istintiva di Elisa. È l’istinto il primo tema dell’album, preservare la radice di sé e la purezza delle intenzioni (A tempo perso, brano d’avvio, racconta questo). Come un fil rouge attraversa tutta la tracklist e non lascia indietro neanche la parte inglese.

Dedicarsi del tempo per ritrovare la voce interiore rappresenta le fondamenta di una personalità che non vuole scendere a compromessi: Non me ne pento è una dichiarazione d’intenti, continuazione del discorso di Quelli che restano, l’emotività di Elisa guidata da un arrangiamento potente, dark in un botta e risposta tra gli archi e i suoni sintetici eppure sognante grazie all’intro lasciata al riff di chitarra. Avere il coraggio dei propri sogni è il vero atto rivoluzionario e scegliere con libertà sa trasformare l’inquietudine in forza. La cantautrice ha scelto di raccontare così il suo percorso artistico e le scelte che ha compiuto, perché figlie solo dell’istinto e per questo pure. “Dirsi che va tutto bene, darsi il tempo di cadere, di guardare un po’ più in là” solo mettendosi in gioco rischiando tutto si può trovare il coraggio di inseguire se stessi. Se Non me ne pento cerca il “microchip emozionale”, Chi lo sa è il volto classico anni ’60 della stessa medaglia. Rialzarsi Let it go to waste on me e vestire un sorriso ogni giorno è Drink to me, un inno alla vita e una dedica a se stessa “I tell you the world is less grey”.

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A catturare l’ascolto di Ritorno al futuro è il suo essere estremamente classico e insieme contemporaneo, soprattutto nelle canzoni legate all’amore: O forse sei tu e Come te nessuno mai sono due controparti legate alla tradizione italiana, la prima più eterea e suggestiva grazie ad un arrangiamento sofisticato e ricco di tanti guizzi, la seconda rimanda in maniera più palese all’interpretazione di Mina ma con una strofa che oggi suona moderna, in un gioco di elettronica e un riff di basso alla Twin Peaks, a trasportare in un’atmosfera senza tempo. Quello che manca ibrida la trap di Rkomi e il country della chitarra delle strofe, che avvolge di calore la delicatezza del testo, la sensazione di benessere che si spegne nella mancanza. Ordinary Day è uno dei punti più alti del doppio album, una melodia calda ed emozionante, dedica d’amore da intendere anche in senso esteso riferita alla musica.

Il tempo è un altro dei temi ricorrenti, quello che coinvolge con le sue declinazioni la maggior parte della tracklist. Già citato nel primo brano in scaletta, se in Ritorno al futuro abbraccia la sfera personale di Elisa, in Back to the future diventa terreno fertile per le critiche dure alla società. Come sei veramente è linfa vitale che spazia tra elettronica (con citazione di Maniac) ed echi rock (Cranberries), “il tempo è un diamante grezzo tra le mani”, quel caleidoscopio di possibilità “mare grande” tutte da giocare Palla al centro collaborazione riuscita con Jovanotti. Fare tesoro del tempo che abbiamo per scrivere le pagine della nostra storia da protagonisti, lontani da ciò che è facile, comodo, dalle etichette. È questo il senso di “fluidità”: abbracciare tutti i colori che abbiamo dentro, avendo la cura di rispettarne le attese. Chiude la parte italiana Quando arriva la notte, un dialogo suggestivo con la notte stessa portatrice di nuove strade.

Nella sezione inglese il fluire del tempo assume un valore quasi totalizzante e muove la critica di Elisa alla società, al suo voltare le spalle al problema ambientale. L’attesa lascia spazio all’irruenza, all’esigenza di un cambiamento necessario Show’s rollin. “Sono già triste, non mi serve diventare ancora più triste, affrontare la verità è l’unica cosa che mi fa sentire meglio” canta in Fuckin’ believers rock a briglia sciolta, a tratti rap. Non fingere che la questione non esista, ma imparare dagli errori fatti e cercare di essere migliori. Coinvolge ed emoziona il trasporto con cui l’artista vive la delusione nel constatare il disinteresse di chi potrebbe cambiare le cose, Tears may roll down now con echi di Lana Del Rey (anche il Let it go to waste on me) e una melodia vicina ai suoi Pearl Days. Un invito accorato a fare ognuno la propria parte “I’ll just do what i can”. È straniante Hope nell’accostamento tra il testo diretto e disilluso e l’arrangiamento up che ricorda i Panic! at the Disco: non c’è speranza per le anime che si sono perse, ipocrite nel cementificare la casa in cui viviamo (la Terra) non volendo rinunciare a comfort inutili, ingrati ed indifferenti – in Domino, con un richiamo forte all’Elisa del 2000/2001 e soluzioni trip hop suggestive eco dei Massive Attack.

I feel it in the earth è la dedica al Pianeta, quasi un inno nel ritornello che rievoca gli elementi naturali e presa di coscienza, tentativo di sensibilizzare sulla necessità di un cambiamento di abitudini che deve partire da noi, dal nostro piccolo “Cannot go back to where we’ve been, so wrong”. I toni dell’invocazione assumono i contorni di un soul molto inglese: Elisa racconta di essersi ispirata a You’ve got the love dei Florence + The Machine, ma sento forte anche lo stile delle cantautrici Emeli Sandé e Jess Glynne.

Con Ritorno al futuro / Back to the future Elisa esplora una pluralità di stili che mostrano il suo grande talento come autrice e compositrice. Un’artigiana della musica che maneggia parole e suoni con la cura di chi ne riconosce la potenza espressiva. Gioca con loro e viaggia nei colori della sua voce, che viene fuori ricca e versatile, fresa e desiderosa di aprirsi al mondo. Come nella motown Luglio, inno a quattro voci alla sorellanza tra donne e voglia di libertà, o nella più americana Like I want you. Quello che più sorprende è la sua urgenza di raccontarsi che è rimasta pura anche dopo tanti anni di carriera, nell’ultimo periodo (da Diari Aperti) è un fiume in piena, metafora che usa spesso nel disco. Nel doppio album c’è la donna che è oggi ma anche la ragazzina outsider e portento degli esordi, che ha sempre scritto le regole del suo gioco, la sua missione. Un riff di piano davvero memorabile è il contorno della sua ispirazione, il suo manifesto in Fire a metà tra Billie Eilish e Asile’s World, una marcetta che vola leggera come il suo falsetto e ricorda, a noi e a se stessa, il suo modo di vivere la musica: fuori dagli schemi, senza limiti, guidata solo dal suo istinto.

Dopo le tre anteprima all’Arena di Verona a maggio (qui il report del concerto) Elisa si imbarcherà Back to the future live tour, uno show che toccherà tutte le regioni d’Italia. Qui date e biglietti.

La tracklist di Ritorno al futuro

  1. A tempo perso, prod. Sixpm
  2. Seta, prod. DRD
  3. Come sei veramente, prod. Andrea Rigonat – add. Prod. Michelangelo
  4. O forse sei tu, Prod. Andrea Rigonat
  5. Litoranea, Prod. Elisa & Mace
  6. Quello che Manca (con Rkomi), prod. Sixpm
  7. Luglio (con Elodie, Giorgia, Roshelle), prod. Elisa & Mace
  8. Come te nessuno mai, prod. Andrea Rigonat
  9. Non me ne pento, prod. Don Joe
  10. Palla al centro (con Jovanotti), prod. DRD
  11. Chi lo sa, prod. Andrea Rigonat
  12. Quando arriva la notte, prod. Mace & Venerus

La tracklist di Back to the future

  1. Show’s Rolling, prod. Elisa, Marz & Zef
  2. Let me, prod. Elisa
  3. Drink to me, prod. Elisa, Marz & Zef
  4. I feel it in the earth, prod. Elisa
  5. Ordinary Day, prod. Andrea Rigonat
  6. Tears may roll down now, prod. Elisa & Andrea Rigonat
  7. Fuckin’ believers, prod. Elisa
  8. Hope, prod. Elisa & Stevie Aiello
  9. Domino, prod. Elisa & Sixpm
  10. Like I want you, prod. Shablo & Elisa
  11. My mission, prod. Elisa
  12. Fire, prod. Elisa, Marz & Zef
  13. Let it go to waste on me, prod. Elisa

Nella versione digitale dell’album anche On me e Shout (cover dei Tears for Fear realizzata per la serie Romulus).

Elisa Ritorno al futuro cover
La cover di ‘Ritorno al futuro’ – Elisa
Elisa Back to the future cover
La cover di ‘Back to the future’ – Elisa

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