Il 2022 è stato travolto da una vera e propria pioggia di musica. Tra ritorni graditi e attesi, ho selezionato gli album che mi hanno segnato perché caratterizzati da un valore musical-letterario importante.

10. Meg – VESUVIA
Il 2022 è l’anno del ritorno discografico di Meg, al secolo Maria Di Donna, ex 99 Posse. Stile e voce inconfondibili, la cantautrice napoletana è tornata sulle scene con l’album VESUVIA (acquistalo qui) fortemente identitario e prodotto magistralmente, senza l’ansia di dover piacere a tutti i costi. È una prova sincera, dalla componente elettronica dominante che lascia trasparire pura istintività e voglia di liberarsi. Spiccano FORTEFRAGILE (qui la recensione), NAPOLIDE (con Nziria) e l’ipnotica AQUILA (con Elisa ed Emma).
9. George Ezra – Gold Rush Kid
George Ezra ha conquistato con il suo ultimo album Gold Rush Kid (acquistalo qui) la sua terza numero 1 dei dischi più venduti in UK. Il cantautore, dal debutto nel 2014, è diventato senza dubbio una conferma del panorama internazionale, capace di unire la sua meravigliosa voce dalla matrice soul a melodie orecchiabili e contagiose che intrecciano folk e pop. Il risultato della sua evoluzione musicale è un album caldo e rassicurante (In the morning, Manila) aperto nei colori e dolce nelle intenzioni, che racconta l’amore (Dance all over me), la speranza e la fiducia nel futuro. Le tracce più rappresentative sono la title-track e le solari Anyone for you e Green green grass.
8. Manuel Agnelli – Ama il prossimo tuo come te stesso
Il 2022 è l’anno del debutto solista del frontman degli Afterhours Manuel Agnelli, che ha presentato al pubblico Ama il prossimo tuo come te stesso (acquistalo qui). Un album spiazzante, in cui la voce ruvida dell’artista esplora le crepe dell’animo umano tra i chiari della rock’n’roll Lo sposo sulla torta (qui la recensione) e gli scuri de La profondità degli abissi (David di Donatello e Nastro d’Argento come “Miglior canzone originale”), vetta del disco, in un ventaglio di sfumature in cui si fa spazio la delicatezza sincera dell’amore Milano con la peste e la title-track. Manifesto Signorina mani avanti. Personalità e onestà in presa diretta le coordinate dell’album.
7. Cesare Cremonini – La ragazza del futuro
Il settimo album in studio La ragazza del futuro (acquistalo qui) è un tassello fondamentale nel percorso di crescita personale e musicale di Cesare Cremonini, alla scoperta di un io collettivo. Al tempo dell’uscita, complice anche l’ombra incombente del Festival di Sanremo, a parer mio non ha avuto modo di essere compreso fino in fondo. È un disco di ricerca in senso ampio: ricercato nei suoni, evoluzione della sua volontà di intrecciare classico e moderno, orchestra ed elettronica (emblematica in tal senso la title-track, qui la recensione), altrettanto ricercato nella scrittura, che guarda alle melodie britanniche fondendole con la tradizione cantautorale bolognese di cui Cremonini si fa infaticabile epigono. Spiccano, oltre a La ragazza del futuro, Colibrì, MoonWalk e Chiamala felicità.
6. Harry Styles – Harry’s House
Harry’s House (acquistalo qui) è il terzo album in studio da solista di Harry Styles. A colpire, accanto a una produzione sempre interessante e originale, in linea con la personalità insieme intima ed estrosa del cantautore, è la volontà di Styles di continuare il suo percorso di evoluzione musicale: nonostante le melodie riconoscibili siano in continuità con i precedenti lavori, gli arrangiamenti mostrano un artista che non si accontenta di ripetersi con scelte rassicuranti, ma fa un ulteriore passo avanti in termini di sperimentazione e credibilità. Il sound che ne deriva è più “americano” e internazionale rispetto al britannico stylish di Fine Line. Segnalo Love of my life, Matilda, Late night talking e la super hit As it was (qui la recensione).
5. Sam Fender – Seventeen Going Under
Sam Fender è alla sua seconda prova superata Seventeen Going Under (acquistalo qui), che dimostra come l’artista inglese sia qui per restare, credibile dal punto di vista musicale e interessante nelle liriche. Se nel 2019 è stato una gradita scoperta, per me il suo 2022 è una bellissima conferma: è uno dei cantautori migliori della sua generazione, che guarda al rock alla Springsteen (fuori tendenza se si guarda alle classifiche) innestandovi testi personali e disarmanti. È un disco coraggioso, molto più introspettivo del debutto, che analizza rapporti e relazioni con amici e familiari, “una celebrazione della vita dopo le difficoltà vissute, una celebrazione della sopravvivenza“. Oltre al manifesto del disco e title-track Seventeen going under, da ascoltare senza dubbio Aye, Spit of you, The Dying Light.
4. Marco Mengoni – Materia (TERRA)
Marco Mengoni ha debuttato negli stadi con il suo album più intimo Materia (TERRA) (acquistalo qui), primo capitolo della trilogia che si concluderà dopo la presenza a Sanremo 2023. Il suo disco più bello perché il più onesto, vicino alla sua anima prima personale poi musicale. La sensazione che emerge all’ascolto è di puro calore, quello proprio dell’amore (Luce dedicata alla madre), degli affetti, dello struggimento: emblematica Proibito, il racconto dell’amore tra due uomini, schietta e dolce; sensuale e sinuosa Mi fiderò (qui la recensione). L’invito è a recuperare se stessi e accettarsi, a fare un passo verso l’altro (Cambia un uomo), nonostante gli errori. Da ascoltare Un fiore contro il diluvio.
3. Paolo Nutini – Last Night in the Bittersweet
Ammiro e applaudo gli artisti che tornano sulle scene quando hanno qualcosa da dire, quando vogliono raccontare la loro anima. Paolo Nutini è sempre stato uno di questi, uno dei cantautori di punta della scena britannica prima e internazionale poi, capace di destare interesse a ogni uscita (l’ultima risale a ben 8 anni fa). Last Night in the Bittersweet (acquistalo qui) è il nuovo tassello di un mosaico in evoluzione, che mostra un uomo alla costante ricerca di pace dalle sue sofferenze interiori. È suo il ritorno più atteso e a sorpresa di quest’anno, un album sorprendente e disarmante, che sviscera emozioni e stati d’animo onesti, senza sconti, su arrangiamenti nuovi e sperimentali per Nutini, che ci ha da sempre abituati a un cantautorato più dolce e rassicurante, in cui folk e soul sono la componente dominante. Qui li ritroviamo nel primo singolo Through the echoes (qui la recensione) o anche in Everywhere, ma nell’insieme la matrice dell’album è il rock declinato in varie sfumature. Segnalo Lose it (qui la recensione), Radio, l’ipnotica Acid Eyes e l’esplosiva Shine a light.
2. Elisa – Ritorno al futuro/Back to the future
Elisa è l’artista che ho seguito di più quest’anno: un viaggio partito da Seta a fine 2021, passato per Sanremo 2022 e il doppio album e culminato in una doppia tournée partita dell’Arena di Verona e approdata nei teatri con Dardust. Un’artista infaticabile, un’artigiana della musica che ha dato alla luce Ritorno al futuro/Back to the future (qui la recensione), in cui ha raccontato la sua ispirazione e il suo amore per la musica e piantato un seme per sensibilizzare sulla questione ambientale. A giustificare la presenza in top 10 basterebbe già solo la mole dell’intero progetto (acquistalo qui), ben 27 tracce (a cui si aggiungono i tre brani dei dischi live), la cantautrice in più ha creato un disco istintivo, che innesta i suoni contemporanei sulle sue radici soul e recupera la lingua inglese. Segnalo, insieme alle ballad O forse sei tu e Come te nessuno mai, per la parte italiana A tempo perso (qui la recensione) e Come sei veramente (manifesti dell’album) e, per la parte inglese, Show’s rollin (qui la recensione), Let me, Ordinary day, Fire e Let It Go to waste on me.
1. Florence + The Machine – Dance Fever
Dance Fever (acquistalo qui) dei Florence + The Machine è l’album della maturità per il gruppo britannico, somma delle prove musicali precedenti che trovano qui una risoluzione diretta e misurata. Epopea rock per esorcizzare i propri demoni persi nella Choreomania. È un disco tanto sincero da essere disarmante; trovano spazio la lontananza e il distacco per l’emergenza sanitaria del 2020 (My Love, qui la recensione), la spaccatura tra l’amore per la musica e la femminilità (King, qui la recensione), soprattutto il racconto delle sue ansie e paure: poetica, emozionante e onesta Morning Elvis, vetta del lirismo nel disco, manifesto insieme alla folk irlandese Free. La Welch sembra aver trovato le sue risposte in una pacatezza rivoluzionaria, in cui la voce si può muovere tra colori delicati e intenzioni irruente.